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Il paesaggio, una questione d’identità

 

a cura di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana*

Il paesaggio toscano è parte fondante della nostra identità. Contiene ciò che siamo stati, il lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto, e costituisce anche un patrimonio anche per le generazioni a venire. E’ un elemento di riconoscibilità del nostro paesaggio, ma anche l’espressione di processi economici, sociali, e ambientali: per questo la sua riproduzione richiede non solo tutela, ma anche cura e manutenzione continua.

La Toscana è da tempo riconosciuta a livello internazionale grazie al proprio paesaggio, che attrae non solo dal punto di vista estetico ma anche come evocazione di una diffusa qualità della vita. Le città d’arte e i borghi toscani, d’altronde, non sarebbero tali se non fossero circondati da un paesaggio rurale, caratterizzato da un valore riconosciuto a livello internazionale almeno dal Rinascimento. Tra l’altro è proprio a Firenze che è stata siglata la Convenzione Europea del Paesaggio nel 2000. Inoltre il valore del paesaggio è sottolineato dall’iscrizione nell’UNESCO dei centri storici e delle ville medicee, oltreché della Val d’Orcia e dall’inserimento di cinque paesaggi nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici.

Il richiamo al patrimonio paesaggistico come fattore di crescita economica e sociale può apparire, per la Toscana, perfino scontato. Se però interpretato non soltanto come fattore di attrattività turistica, ma più in generale come valore aggiunto per lo sviluppo rappresenta invece una scommessa formidabile, necessaria nell’attuale contesto economico. Per vincere tale scommessa è necessario favorire una maggiore integrazione tra tutti gli ambiti coinvolti nella cura e gestione del paesaggio. In particolare è necessario ridefinire l’idea della relazione fra paesaggio e tutela. La questione che si pone è quella di superare la sola tutela, ma di elaborare modelli di sviluppo in grado di valorizzare le risorse paesaggistiche. Né d’altra parte può essere la tutela a indirizzare le dinamiche di trasformazione, ma dovrebbe essere rivolta piuttosto a riconoscere e salvaguardare i valori culturali espressi dal paesaggio, come previsto dal codice dei beni culturali.

Come dimostra il rapporto, il percorso di adeguamento al dettato del PIT è un processo lento, ma che ha già conseguito il risultato di tenere sotto controllo fenomeni quali il consumo di suolo e il progressivo adeguamento delle pianificazioni comunali. In questa ottica, il governo del paesaggio, oltre a regolare i processi di urbanizzazione, richiede adesso di puntare alla qualità degli insediamenti, riqualificando ove necessario il patrimonio edilizio esistente e mitigando alcune tendenze dell’attuale modello di sviluppo. Gli addensamenti delle aree urbane, delle infrastrutture, delle aree industriali ed agroindustriali, in limitate aree della regione, determinano non solo problematiche ambientali, ma contribuiscono anche allo spopolamento delle aree collinari e montane e all’invecchiamento della popolazione. Tali tendenze hanno contribuito alla stasi e alla recessione economica di molte zone della Regione.

Si apre dunque una nuova fase, in cui l’esperienza maturata in questi primi cinque anni di azione del piano di indirizzo territoriale potrà essere messe a frutto intervenendo, laddove necessario, per renderlo più efficace e risolvere le criticità. In questo senso, lo sforzo da produrre dovrà essere rivolto anche ad una semplificazione delle procedure burocratiche e della molteplicità di norme, sia anche alla revisione di interpretazioni e letture discordanti del territorio, recuperando le specificità che contraddistinguono il paesaggio toscano.

Nell’attuale fase di crisi economica, e dunque di ripensamento anche delle diverse politiche pubbliche rispetto alla loro presunta efficacia, un elemento decisivo sarà senza dubbio il riferimento a politiche più attente alle specificità e alle qualità dei diversi territori e capaci di integrare i diversi punti di vista. La Toscana intende essere in prima fila in questo percorso, per continuare ad essere un riferimento importante per un buon governo del territorio.

* Prefazione pubblicata sul “Primo rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio in Toscana” (2021, a cura di Regione Toscana e Osservatorio regionale del Paesaggio)